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I costituzionalisti e la tutela dell’ambiente


L’emergenza ambientale collegata ai cambiamenti climatici, posta all’attenzione del dibattito politico dai movimenti giovanili per il clima, sta diventando il punto di riferimento della riflessione dei costituzionalisti. Il 12 maggio si è tenuto, presso l’Università LUISS Guido Carli, il Seminario AIC “La cultura dell’ambiente nell’evoluzione costituzionale”. Le relazioni consegnano alcune parole chiave che delineano il tracciato costituzionale di tutela ambientale: clima e tutela dei diritti fondamentali; antagonismo e bilanciamento; competenze e articolazione territoriale dello Stato; sostenibilità; giustizia climatica e generazioni future.


Ripartiamo!


Riprendono le attività di EUblog e si riapre il dibattito sulle principali sfide che il federalizing process europeo si trova a fronteggiare: il posizionamento rispetto a una guerra alle porte dell'Europa, l'intervento nella crisi umanitaria alle sue coste, lo sviluppo in senso solidaristico della sua funzione. Alla base, l'esigenza di rinnovare il patto fondativo dell'Unione, tornando alla radice della nostra esperienza di convivenza ma anche fissando valori che definiscano un nuovo contratto sociale europeo. Si tratta di un vasto programma, certo, ma noi europei convinti non possiamo non essere ambiziosi.

 


La spinosa questione della Costituzione europea


La guerra in Ucraina ha modificato il quadro delle necessità all’interno dell’Unione Europea. Ma tale emergenza non può far dimenticare la frattura significativa operata da Ungheria e Polonia: l’approvazione di leggi che hanno riscritto i contorni del principio dello Stato di diritto, specialmente con riferimento all’autonomia e all’indipendenza della magistratura. Quale il significato profondo dello strappo? E quali le soluzioni per gestire e ricomporre il conflitto? In gioco c’è il destino stesso dell’unificazione europea. Ricordando che l’Europa è, al contempo, una comunità di diritto e di valori 


Brevi note sul discorso di Mario Draghi a Strasburgo


Alcuni passaggi del discorso di Mario Draghi a Strasburgo inducono a riflettere: perché l'intervento va letto in combinato disposto con l’imminente visita negli Stati Uniti d’America; perché la difesa europea è vista come il secondo pilastro all'interno della Nato; perché la prospettiva della difesa comune viene inserita in un rafforzamento istituzionale dell'Unione. Con un nota finale sugli anniversari dell'imminente festa dell'Europa.


Dall’orrore di Bucha passa (anche) il futuro dell’Europa


La gravità di quanto sta accadendo ai confini dell’Unione Europea e della Nato ha riportato al centro dell'attenzione il tema della sicurezza e a portato a riscoprire, forse tardivamente, il valore della cooperazione nel settore della Difesa. Trent'anni fa l'UE veniva accusata di essere “un gigante economico, un nano politico e un verme militare”; chi sa se i tempi non siano maturi per una riflessione più coraggiosa sull'identità anche politica dell'Unione


Il conflitto ucraino: una guerra contro l'allargamento dell'Unione?


L’occupazione della Crimea e del Donbass da parte della Federazione Russa ha avuto inizio nel 2014, anno in cui l’Ucraina ha sottoscritto un accordo d’associazione con l’Unione Europea. L’invasione di questi giorni, pertanto, rappresenta la continuazione di un esercizio unilaterale della forza compiuto dalla Russia, per affermare una sfera d’egemonia ormai non più posseduta, di fronte alla possibilità di espansione ulteriore del raggio d’influenza dell’Unione Europea.


Un “certificato COVID” per circolare liberamente nell’Unione europea


Le Istituzioni europee sono attualmente impegnate nella disciplina di un certificato vaccinale o, meglio, di un attestato sul COVID-status delle persone, che consenta di coniugare l’esercizio della libertà di circolazione con la tutela di altri diritti di fondamentale rilievo, quali la salute – le esigenze della cui protezione sono risultate sino a ora predominanti – e la privacy. Nonostante le molteplici difficoltà che ne stanno caratterizzando le dinamiche di acquisizione e somministrazione, la diffusione dei vaccini induce infatti a sperare che le restrizioni alla libertà di circolazione possano essere allentate grazie all’innalzamento del livello di immunità.


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