Nella notte fra il 10 e l’11 gennaio 2022, è scomparso il Presidente del Parlamento Europeo (PE), David Sassoli. Uomo solare e pacato, la notizia della sua morte è arrivata inaspettata, suscitando sorpresa e commozione.
La sua prima formazione politica risale alla Lega Democratica, circolo politico-culturale fuori dagli schemi, d’ispirazione cattolico-democratica, ma nato dalla campagna per il No all’abrogazione della legge sul divorzio. Giornalista professionista, dall’approccio soft e disponibile all’ascolto, ha sdoganato le Clarcks nella redazione del TG1 perché «hanno le suole di gomma e non fanno rumore».
Il suo ingresso in politica risale al 2009, quando si è candidato per la prima volta al PE, nella circoscrizione del centro Italia, risultando eletto con un ottimo risultato personale. È stato membro del PE in maniera ininterrotta dal 2009 in avanti, per poi esserne eletto Presidente il 3 luglio 2019.
La Presidenza di David Sassoli si è caratterizzata per la volontà di superare alcuni atteggiamenti più conservativi nel processo d’integrazione europea: appena eletto Presidente, David Sassoli ha messo in chiaro, nel proprio discorso d’insediamento, l’importanza di rilanciare il progetto d’integrazione, attraverso ampie riforme delle regole alla base dell’impianto giuridico dell’Unione Europea.
Nel corso dell’emergenza sanitaria, il Presidente Sassoli ha dato concretezza alla sua idea per cui un europeismo efficace passasse, per forza di cose, attraverso regole nuove, dimostrando di perseguirla in numerose occasioni.
Il Presidente del PE ha promosso l’adozione di forme operative straordinarie da parte dell’organo, raggiungendo un’intesa coi rappresentanti dei gruppi politici, per garantire la continuità delle funzioni istituzionali attraverso lo svolgimento delle attività parlamentari da remoto.
Il 20 marzo 2020, l’Ufficio di Presidenza del PE ha, così, deciso il ricorso al sistema del voto a distanza, sulla base del dettato degli art. 187 comma 1 e 192 comma 1 del Regolamento PE. La prima plenaria del PE in forma virtuale è stata tenuta il 26 marzo 2020, per la votazione delle misure d’emergenza proposte dalla Commissione.
Sempre nel pieno dell’emergenza, il Presidente del PE è stato fra quelle figure che hanno insistito maggiormente sull’adozione di strumenti economico-finanziari del tutto nuovi per affrontare l’emergenza pandemica, incalzando lo stesso Consiglio Europeo, riunitosi il 26 marzo 2020, a far corrispondere alla situazione straordinaria «risposte altrettanto straordinarie».
La Presidenza di David Sassoli ha avuto, così, un ruolo importante nel promuovere la costruzione di Next Generation EU, visto come un provvedimento in grado di determinare una svolta irreversibile, contribuendo non soltanto al rilancio e al rafforzamento dell’economia europea, messa a dura prova dallo shock pandemico, ma, in senso ancor più ampio, a una nuova stagione di solidarietà per l’UE.
Fin dalle prime fasi del dibattito, nel maggio 2020, il Presidente del PE ha preso posizione a favore dell’implementazione e del potenziamento del piano per la ripresa europea: nel corso di un’intervista del 27 maggio 2020 al quotidiano La Stampa, il Presidente Sassoli ha parlato chiaramente di come il piano di rilancio dovesse porre obiettivi di cambiamento ambiziosi, su di un orizzonte di almeno dieci anni, se avesse voluto ottenere il sostegno del PE. Il 17 luglio 2020, il Presidente del PE ha rivolto un ulteriore appello al Consiglio Europeo, chiedendo nuovamente un Recovery Plan che fosse all’altezza della situazione d’emergenza e insistendo sulla necessità di una riforma per l’introduzione di nuove risorse proprie dell’Unione.
Anche a distanza di diversi mesi, il Presidente Sassoli ha rimarcato pubblicamente, parlando al quotidiano Il Messaggero, come fosse necessario l’adeguamento della disciplina europea delle finanze pubbliche, attraverso l’istituzione di nuovi strumenti permanenti, di prelievo fiscale e di condivisione del debito, per sostenere lo sforzo delle istituzioni europee.
La riforma del Patto di stabilità e crescita è stato un altro tema ricorrente nelle sue prese di posizione pubbliche. La tematica è stata rilanciata dal Presidente Sassoli anche nell’ultimo mese, nel corso della riunione del Consiglio Europeo del 16 dicembre 2021: secondo il punto di vista espresso, il Patto di stabilità e crescita doveva essere riformato in maniera realista, guardando alle situazioni concrete degli Stati membri, superando quella regola del 3% che avrebbe potuto ingabbiare i poteri pubblici nell’elaborare politiche collettive di ampio respiro.
L’«impegno limpido, costante, appassionato» del Presidente del PE è stato ricordato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il Capo dello Stato ha evidenziato come l’«impegno limpido» di Sassoli abbia fatto sì che l’assemblea parlamentare europea sia tornata fra i protagonisti del dibattito politico pubblico, in una fase di particolare delicatezza e complessità, come quella dell’emergenza pandemica.
Come previsto dal Regolamento PE (art. 20), in seguito alla scomparsa di David Sassoli le funzioni di Presidenza del PE sono state assunte ad interim dalla prima vicepresidente Roberta Metsola, eurodeputata di origine maltese del gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo che, fra l’altro, è fra le figure favorite alla successione.
Ormai a conclusione del proprio mandato, lo scorso 15 dicembre, David Sassoli aveva annunciato con un tweet la propria intenzione di non ricandidarsi, nonostante le numerose sollecitazioni provenienti soprattutto dal gruppo parlamentare dei Socialisti e dei Democratici, di cui è stato membro.
La commemorazione di David Sassoli da parte del Parlamento Europeo si terrà oggi alle ore 18.00 alla presenza di figure istituzionali europee e italiane. Domani, martedì 18 gennaio, sempre nel corso dell’assemblea plenaria, in modalità mista, ci sarà l’elezione del nuovo Presidente del PE per la seconda metà della legislatura.