La ricerca dell’Unità di Milano, guidata dal prof. Massimo Condinanzi, è dedicata all’evoluzione delle istituzioni dell’Unione europea. Nel contesto di un’Unione chiamata ad affrontare sfide senza precedenti – dalla lotta alla pandemia da Covid-19 alla crisi economico-finanziaria, dall’immigrazione al recesso di alcuni Stati, dal rispetto della rule of law alla conservazione dell’acquis Schengen – anche le istituzioni stanno vivendo processi di riforma diretti a migliorarne l’efficienza e la funzionalità.
Quanto alle istituzioni “politiche”, il Parlamento europeo ha subìto la composizione post-Brexit ed è costantemente alla ricerca di nuovi e più efficaci strumenti di espressione del proprio valore democratico. Il Consiglio ha storicamente sofferto della progressiva sovrapposizione del Consiglio europeo e del suo Presidente, con affievolimento del ruolo del “semestre europeo”, che tuttavia aveva il pregio di fornire, a cadenze frequenti, nuovi momenti propulsivi del percorso di integrazione. Il permanere delle due istituzioni, così relazionate tra di loro, merita di per sé una riflessione. Il Presidente della Commissione e la sua elezione attraverso la prassi dello Spitzenkandidaten, la ricerca di equilibri “nazionali” attraverso le figure dei Vice-presidenti, il ruolo del Segretario Generale, inducono a una complessiva riflessione sull’istituzione più “prossima” alla vita del cittadino dell’Unione. La stessa Corte di giustizia è stata recentemente coinvolta in un processo di riforma tuttora in corso, finalizzato ad offrire un miglior livello di giustizia per l’affermazione (in termini di effettività) dell’ordinamento dell’Unione e dei diritti dei suoi cittadini: le norme processuali sono state oggetto di un’importante revisione diretta a rendere maggiormente efficace l’esercizio del diritto di difesa dei soggetti dell’ordinamento europeo, attraverso regole funzionali ad un processo più veloce ed efficiente. Sul piano delle fonti, la risposta dell’Unione alla pandemia da Covid-19 impone anche una riflessione sui meccanismi decisionali delle istituzioni in via d’urgenza, per comprendere se l’Unione sia già dotata degli strumenti adeguati per intervenire – nel rispetto del riparto di competenze – in maniera tempestiva ed efficace.
Il lavoro appare di considerevole interesse anche per il momento storico in cui cade: quello dell’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa. Il lancio della piattaforma digitale della Conferenza (avvenuto il 23 aprile 2021), potrà consentire anche una partecipazione dell’Unità e del PRIN (nel rispetto dei suoi diversificati obiettivi di ricerca) ai lavori secondo le regole della Carta della Conferenza. La Conferenza avrà certo importanti impatti anche sui profili istituzionali oggetto della ricerca milanese. Il lavoro dell’unità di Milano è, infatti, diretto ad analizzare le tendenze già in atto e ad individuare nuove prospettive di riforma per istituzioni più trasparenti ed efficienti: i risultati della ricerca saranno pubblicati nelle apposite sezioni di questo sito e potranno contribuire al dibattito in seno alla Conferenza.
Banca Dati dei follow-up dei rinvii pregiudiziali
L’Unità di Milano, sotto la guida del prof. Massimo Condinanzi, ha realizzato uno strumento di ricerca senza precedenti nel panorama italiano che sarà resa pubblica su questo pagina: una banca dati relativa al “follow-up” dei rinvii pregiudiziali operati dai giudici nazionali alla Corte di giustizia. Se, infatti, le sentenze della Corte di giustizia sono facilmente reperibili sul sito di detta istituzione, più complesso (al punto da essere fatto raramente) è conoscere e misurare l’effettivo impatto di detta sentenza nel processo nazionale: questo aspetto risulta però fondamentale per avviare una riflessione su tale importante strumento, chiave di volta del sistema di tutela giurisdizionale dell’Unione europea ed anche per misurare l’intensità della cooperazione tra giudici, la quale è chiamata a presiedere l’effettività del rimedio richiesto dall’art. 19 TUE.
La nuova banca dati consentirà di reperire le sentenze rese dai giudici nazionali all’esito della pronuncia della Corte di giustizia ex art. 267 TFUE: la schermata iniziale permetterà – inter alia - di cercare la sentenza nazionale partendo dai dati (il numero di causa o il nome delle parti) della sentenza della Corte di giustizia di cui si vuole conoscere “il seguito” e consentirà di estrarre la sentenza di follow-up insieme a quella della Corte e all’ordinanza di rinvio che l’hanno preceduta. Sarà, inoltre, possibile effettuare la ricerca in base all’organo di rinvio, per esaminare, ad es., il numero e il contenuto dei rinvii di una determinata tipologia di giudice a quo.
Questa nuova banca dati consentirà uno studio completo e approfondito dello strumento del rinvio pregiudiziale, permettendo l’analisi dall’ordinanza di rinvio all’applicazione della pronuncia della Corte nel giudizio a quo tramite la sentenza finale.