La storia umana ci ha dato esempi di “virtù” di pensieri e di “forza” d’azione passando anche da momenti tragici come la Seconda guerra mondiale. Sono i fatti della storia a darci la cifra della “dimensione” umana e anche della possibilità dell’essere umano di farsi protagonista per non sciupare questo nostro mondo e anche per renderlo più vivibile per i nostri prossimi, soprattutto più giovani.
Uno di questi fatti è il processo di costruzione dell’unità europea, che, ricordando le parole del compianto presidente del Parlamento europeo David Sassoli, non si tratta di “un incidente della storia”.
Il 6 aprile scorso è stata approvata una risoluzione da parte del Parlamento europeo, con relatore Domènec Ruiz Devesa, che ha come oggetto l’attuazione di misure di educazione civica.
Nel considerando introduttivo si evidenzia la natura di diritto fondamentale dell'istruzione, qualificata come “bene pubblico”, accessibile a tutti, gratuitamente, in egual misura, e si rilancia con un giusto richiamo al pilastro europeo dei diritti sociali che afferma che ogni persona ha diritto ad un'istruzione e ad una formazione di qualità, e che garantisca una partecipazione piena e costruttiva nella società. L’incipit si conclude con un aspetto “valoriale” affermando che l'istruzione e l'apprendimento non dovrebbero essere considerati soltanto uno strumento al servizio del mercato del lavoro. Non bisogna, quindi, pensare all’istruzione come “mezzo” esclusivo per realizzare la catena di produzione del lavoro.
L’istruzione e l’educazione hanno un significato ben più ampio.
Proprio questa risoluzione ha riconosciuto la centralità dell'isola di Ventotene e del suo “manifesto” in quanto hanno svolto un ruolo decisivo nella storia dell'integrazione europea; ha richiamato l'attenzione sul suo ruolo quale luogo emblematico della memoria per l'integrazione europea e per la protezione dei nostri valori europei comuni; ha sottolineato il suo contributo alla promozione dell'educazione alla cittadinanza europea, in particolare attraverso la partecipazione attiva dei giovani al seminario annuale sull'integrazione europea, avviato da Altiero Spinelli nel 1982; ha sottolineato inoltre l'importanza simbolica dei lavori di recupero del carcere di Santo Stefano e il suo potenziale come centro di riferimento permanente per lo scambio culturale, gli eventi pubblici, le mostre e i dibattiti; ha ritenuto pertanto che si tratti di una capitale storica della costruzione morale e intellettuale dei valori europei.
Il Parlamento europeo ha quindi centrato l’attenzione su Ventotene passando per il Manifesto (il cui titolo originale era “Per un’Europa libera e unita. Progetto di Manifesto”) realizzato da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con la collaborazione di Eugenio Colorni, nel “tetro inverno ’40-41” al confino dell’isola pontina durante il regime fascista e nel mezzo dell’espansione nazista in Europa. Considerato il valore del Manifesto per le basi della pratica politica e culturale a fondamento della lotta per la costruzione federale dell’Europa come passo intermedio per la realizzazione di una federazione mondiale, e il ruolo di “università” dell’opposizione al fascismo e di fucina di futuri artefici della nostra Repubblica italiana, Ventotene è stato scelto proprio da Altiero Spinelli nell’ottobre 1981 quando avanzò l’idea di realizzare sull’isola un seminario annuale di formazione per giovani. Il 1982 ha visto il primo seminario sperimentale poi divenuto un simbolo stesso della formazione militante per gli Stati uniti d’Europa, anche grazie al contributo della Regione Lazio che dal 1983 (con L.R. n. 37, grazie all’azione in particolare di Gabriele Panizzi) ha istituito il seminario come appuntamento permanente gestito prima dal Movimento Federalista Europeo e, in seguito alla fondazione, avvenuta l’anno successivo alla morte del grande federalista, dall’ Istituto di studi federalisti Altiero Spinelli.
Non si può dimenticare il ruolo del progetto di recupero e riuso dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano, isolotto accanto a Ventotene, lanciato nel 2016 dal Presidente del consiglio dell’epoca Renzi con il Ministro Franceschini, alla presenza della Cancelliera tedesca Merkel e del Presidente francese Hollande. Con il “Contratto Istituzionale di Sviluppo”, firmato nel 2017, che prevede il “riutilizzo dell’intero Complesso per finalità prevalentemente culturali e di alta formazione” si è aperta una stagione importante per evidenziare sempre più il valore storico di questi luoghi. Nel gennaio 2020, con il DPR di nomina del Commissario Straordinario Silvia Costa, si è avviato il progetto.
È innegabile, quindi, il valore di patrimonio europeo di queste Isole che hanno una storia antichissima, non solo legata ai fatti del confino.
“Il sito ha un valore simbolico europeo e ha svolto un ruolo significativo nella storia e nella cultura d’Europa”. È quanto si legge nel Report ufficiale con il quale la Commissione europea ha attribuito a Ventotene il Marchio del patrimonio europeo (“European Heritage label”) nell’ambito della selezione 2021 (si veda Commissione europea, Direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura, Report of the European Panel to the European Commission in application of Decision 1194/2011/EU of the European Parliament and of the Council of 16 November 2011 establishing a European Union action for the European heritage label : December 2021, Seng, E.(editor), Sonkoly, G.(editor), 2022).
Sempre il Report pone in evidenza il ruolo che ha avuto il Manifesto di Ventotene: “un documento storico che prevedeva un governo federale per l'Europa e ha gettato le basi per un'idea moderna di un'Europa unita” e che “insieme al luogo in cui è stato scritto è un simbolo per l'Europa stessa e ha ispirato i leader europei fino a oggi”.
Un’isola dalla vocazione sempre più votata all’Europa e al suo tendere all’unità.
Attraverso una collaborazione attenta e continua tra i vari attori in campo, con capofila il Comune di Ventotene, come testimoniano anche il Tavolo Europa, costituito nel 2018 con tutti i principali Movimenti europeisti (di cui fa parte l’Istituto Spinelli); il Diploma d’Europa, riconoscimento concesso dalla Commissione europea nel 2019; la legge della Regione Lazio n. 12 del 2020 (presentata dal primo firmatario Alessandro Capriccioli), che ha dichiarato Ventotene luogo della memoria e di riferimento ideale per la salvaguardia dei valori comuni ispiratori del processo di integrazione europea.
Proprio la Commissaria Silvia Costa, promotrice della candidatura dell'Isola per il Marchio del Patrimonio Europeo, ha espresso la sua soddisfazione: "Un grande risultato a cui sono felice di aver contribuito. È significativo che da Ventotene, dove durante il fascismo fu pensato il ‘Manifesto’ e che vede oggi il recupero – dedicato a David Sassoli – dell’ex carcere dove furono rinchiusi i padri costituenti, arrivi oggi un monito affinché l’Europa riprenda il suo progetto politico fondato sulla pace e sulla democrazia".
Con Ventotene sono, dunque, quattro i siti italiani che hanno ottenuto questo prestigioso riconoscimento. Negli anni scorsi, infatti, il Marchio è stato assegnato al Museo Casa De Gasperi di Pieve Tesino (Trento), premiato nell’ambito della selezione 2014, Forte Cadine (Trento) nella selezione del 2017, e, da ultimo, all’Area archeologica di Ostia antica (Roma), scelta nel contesto della selezione 2019.
Insieme a Ventotene, il Marchio del patrimonio europeo è stato assegnato ad altri undici siti europei nel 2021, i quali sono stati celebrati il 13 giugno a Bruxelles, nel corso di una cerimonia di premiazione.
Il significato europeo di Ventotene e del Manifesto, quindi, nel suo insieme, sono particolarmente forti: “la sua influenza passata e presente – conclude il Report della Commissione - prende di mira l'intera idea europea e le istituzioni come le conosciamo oggi” e questo grazie alla figura imponente di Altiero Spinelli, giustamente considerato uno dei padri fondatori dell'Europa, quella, però, che ancora abbiamo il compito di costruire, gli Stati Uniti d’Europa.
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